A un certo punto un musicista deve appassionarsi di alimentazione.
Se non lo fa è perché non è un musicista completo, o perché è dissociato a livello mentale, uno di quelli che riesce a tenere gli aspetti della vita separati.
Il Professor [glazzy] è così, e infatti continua a usare il dado e a mangiare le patatine dell’Ikea.
Le patatine dell’Ikea sono agglomerati croccanti di amidi e oli polinsaturi denaturati brutalmente dalle cottura ad alta temperatura.
Meglio mangiarsi un’anta del Pax: truciolato, cellulosa, fibre insolubili, ti fa andare bene di corpo.
Comunque.
Un musicista deve, a un certo punto, appassionarsi di alimentazione,
Le analogie, o meglio le corrispondenze cosmiche, tra cibo e musica sono inaudite.
Inaudite.
A tutti i livelli.
Uno potrebbe pensare all’analogia tra alcuni cibi e alcuni strumenti musicali, tipo pizza e mandolino.
Non è così, ovviamente.
Viceversa, una corrispondenza vera e persistente tra cibo e musica è quella che esiste tra i macronutrienti (i grassi, le proteine e i carboidrati) e i range di frequenza (le frequenze basse, medie e alte).
Seguirà post palloso esplicativo, c’è tutta una teoria dietro.