Analizziamo il podio.
Con grande equilibrio.

Emma.
Ok.
Emma va bene.
Cosa puoi dire a una come Emma?
Niente le puoi dire.
Va bene così.
Emma è una alla Gattuso, grande furore agonistico, metodo, determinazione, polmoni, grandi sacrifici (tanta TV).
Emma va bene.
Puoi dire a Gattuso che non ha meritato di vincere gli scudetti e le coppe dei campioni?
Non scherziamo.
Lo ricorda anche fisicamente.
Due cose su Emma.
Anzi due cose per Emma, se per assurdo legge questo post, molto costruttive.
Se vuoi durare a lungo trovati qualcuno con cui scrivere ed arrangiare delle canzoni rilevanti e coerenti col tuo potenziale.
Cambia personal trainer (e qui mi offro io).

Noemi.
Più o meno le stesse cose, salvo che la sua canzone stavolta faceva cagare in modo veramente irrimediabile.
Fosse stata appena decente avrebbe stravinto.
Ma chi cazzo è Fabrizio Moro?
Quello che aveva vinto Sanremo Giovani anni fa con la canzone sulla mafia?
Cioè questo vive componendo canzoni?
Non sapendolo fare neanche minimamente?
Ecco questa è un’anomalia veramente bruciante di questo paese, altro che le baby pensioni.
Noemi ha un colore vocale più bello di Emma.
A livello metabolico i problemi sembrano essere gli stessi, salvo che Noemi è più vecchia, quindi ogni giorno in più che passa in mano a un personal trainer che non capisce un cazzo, più diventa difficile il recupero. In entrambi i casi parliamo di un qualche livello di resistenza all’insulina indotto da eccesso di carboidrati e iperattività surrenale. Non escludendo neanche una disfunzionalità tiroidea. Del resto siamo più o meno tutti in quella condizione lì, figurarsi due ragazze che cercano di fare le pop star.

Comunque, Noemi mi è più simpatica, perché ha fatto un duetto con la Minoia, da cui è scaturita evidente l’inadeguatezza sistemica della Minoia. Cioè c’era questa bella canzone (bella in relazione ai canoni estetici del pop italiano) che si dividevano: prima strofa, seconda strofa, ritornello, eccetera. Insomma, se mai ce ne fosse stato bisogno, l’ascolto di quella canzone restituisce l’evidenza inequivocabile dell’inesistenza artistica della Minoia. Vocalmente non esiste, come autrice non esiste, come musicista non esiste, non è un’attrice, è pure cessa – insomma mi si portino delle motivazioni a supporto del fatto che Fiorella Minoia possa vivere di musica.
Vende i dischi.
Ok.
Ha ragione lei.

Arisa.
Allora qui il discorso è complesso.
Nel senso che non ho ancora capito se mi è simpatica o no.
E’ evidente che ci ha preso per il culo tutti.
Atrocemente.
Cioé questa qui, pur di procurasi della visibilità, ai tempi, ha fatto finta di essere handycappata.
Io me la ricordo la sua prima volta a sanremo.
Nessuno aveva mai osato tanto.
Negli anni ‘80 tutti gli artisti facevano finta di essere gay.
Eminem ha fatto finta di odiare i negri e le donne.
Marylin Manson ha fatto finta di essere l’anticristo, salvo andare tutti i giorni a pranzo da sua madre.
I Whitestripes hanno fatto finta di essere fratelli incestuosi.
Insomma niente di nuovo.
Ma fingere di essere una “ritardata grave” è veramente qualcosa di rivoluzionario.
Cioé questa non ha fatto uno straccio di talent, niente, questa ha fatto credere a quel rincoglionito di Bonolis di essere una ritardata e ha vinto Sanremo.
Epocale: Kurtzweil lo definirebbe un salto di paradigma.
Cioé fare leva sul pietismo delle persone per imporsi all’attenzione pubblica: è una manovra concettuale inaudita, almeno nel mondo del pop.
Come se oggi scoprissimo che Stivie Wonder ha fatto finta di essere cieco.
Meravigliosa.
Rivoluzionaria.
Nel bene o nel male.
Devo ancora decidere.
Questa sua canzone, l’ho sentita mezza volta, mi sembra buona, ben cantata, ispirata, e realmente sofferente.
Ma forse ci ha preso per il culo.