Questo post si abbina benissimo con questo brano di Apparat.
Non si direbbe dalle prime righe.
Il fatto è che il post ha un significato molto diverso da quello che si può desumere dalla prime righe.
Parliamo di calcio.
Il calcio tutti lo capiscono (credono).
Tutti abbiamo visto da vicino il Barcellona, dal momento che ha giocato una importante partita contro una squadra italiana.
Vorrei soffermarmi sull’aspetto sistemico (si, sistemico) del gioco del Barcellona.
Questo per farvi capire il concetto di sistemico.
Il concetto di sistemico si riferisce a qualcosa che sta sotto un certo fenomeno o un complesso di fenomeni.
Sta sotto e determina causalmente le manifestazioni esteriori del fenomeno.
Generalmente la gente ignora, o meglio non si cura, di qualsiasi cosa stia sotto le manifestazioni esteriori dei fenomeni.

Allora una squadra di calcio ha due obiettivi: non subire dei gol e segnare dei gol.
Esistono gli allenatori che, in teoria, determinano la strategia attraverso la quale una squadra debba perseguire in campo questi due obiettivi.
Esistono due scuole, semplificando.
Quelli, denifiti “alla viva il parroco”, che organizzano in modo maniacale la fase difensiva, buttano manciate di sale grosso a bordo campo, e sperano che i giocatori di classe che ci sono in campo, con il contributo del Kaos, facciano anche dei gol. Quindi: organizzare bene una fase ed affidarsi al caso per l’altra fase.

Poi ci sono quelli definiti “egocentrici”, che hanno la pretesa di organizzare la squadra in modo tale che essa cerchi in modo premeditato e reiterato di segnare dei gol. Questi allenatori cercano di incidere su entrambe le fasi.
I due approcci in realtà sono molto simili: in entrambi i casi si cerca di incidere direttamente su uno o due aspetti definiti ed esteriori del gioco, cioè la difesa e l’attacco.

Poi c’è Guardiola, l’allenatore del Barcellona, o chiunque ci sia dietro di lui.
Guardiola è diverso.
Guardiola ragiona in termini sistemici.
Lui si cura di quello che sta sotto.
Lui non si preoccupa né di attaccare né di difendere.
Lui è superiore, lui ha capito.
Il Barcellona quando è in campo non cerca né di segnare, né di non prendere gol.
Ed è evidente.
Soprattutto quando affronta avversarsi considerati temibili.
Il Barcellona non è una squadra di calcio.
Il Barcellona non si comporta come una squadra di calcio.
Il Barcellona quando è in campo non cerca né di segnare, né di non prendere gol.
Il Barcellona va al di là di questi fenomeni esteriori.
Il Barcellona applica il sistema.

Il sistema del Barcellona è: avere la palla e tenerla tutto il tempo, in lungo e in largo.
Il Barcellona vuole che l’avversario non tocchi la palla, punto.
Il Barcellona vuole disattivare completamente l’avversario.
E’ molto più semplice e geniale di quello che si crede.
Il Barcellona vuole inibire a livello enzimatico l’avversario, a livello di neurotrasmettori proprio.
Il fatto di non subire gol e di segnarne è una conseguenza esteriore inevitabile di questa dinamica sistemica attraverso la quale schiantano totalmente l’avversario.
Chiunque ha giocato a calcio prova frustrazione nel vedere che questi qui, arrivati agevolemente al limite dell’area, o anche dentro l’area, invece di tronare una legnata furiosa verso la porta, tornano indietro, e ricominciano a giocare.
Si perché se tirassero in porta in qualche modo ti ridarebbero la palla.
E il loro scopo primario, il loro sistema, viceversa, consiste nel non farti toccare la palla.
E’ scientifico. Sanno quello che fanno, Non sono leziosi, né poco concreti.
E’ voluto. Lo fanno apposta. Non ti colpiscono subito perchè subito potresti avere una reazione in qualche modo temibile.
Prima ti disattivano, a livello neuronale, e poi, dopo, dopo un po’, ti colpiscono, ma senza fretta, senza agonismo quasi, semplicemente a completamento di una procedura.
Per neuronale intendo banalmente che ti umiliano emotivamente, ti tolgono fiducia e autostima: insomma agiscono sul cervello.
Se vuoi disattivare un batterio devi togliergli l’ossigeno.
E’ un sistema migliore che usare un antibiotico.
Se vuoi disattivare Ibrahimovic devi impedirgli di toccare la palla.
E’ un sistema migliore che farlo marcare da uno stopper accanito.
Un conto è cercare di arginare un fenomeno quando si manifesta.
Un conto è intervenire a livello sistemico su ciò che sta sotto.
E’ la differenza che esista tra farmacologia e nutrigenomica.
Nessuno la capisce.
Questa è una rivoluzione.
Nessuno l’ha capita perché nessuno capisce un cazzo.
Questo è un salto di paradigma.
Il salto di paradigma è un cambiamento radicale nel modo di fare le cose. Una discontinuità nel Metodo (e nell’Odio) con cui vengono fatte le cose.
Questo salto è generalmente mediato da una innovazione tecnica-tecnologica.
Cambiare il sistema di fare le cose è stato sempre l’innesco di ogni salto evolutivo epocale nella storia dell’uomo.

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