In effetti una nota di commento sul discorso Ferrero/Nutella/America/Mamme/Patteggiamento andrebbe fatta.
Il punto è che la questione meriterebbe un’analisi articolata, e a diversi livelli.
Quando si va sull’analitico la gente rinuncia, quindi finisce che spreco il mio tempo a scrivere cose che alla fine nessuno legge.
Questa cosa ci succede già con la musica e non è gradevole.
Odiare gli umani non è gradevole, non lo vorremmo, ma ci vediamo costretti.
Comunque.
Sulla Nutella arrivo diretto ad un punto di sintesi interessante.
Grazie a Gay TV ho scoperto che è meno peggio di quanto pensassi.
La chiave è nell’olio di palma.
La chiave di lettura è nella dicitura “oli vegetali”.
La dicitura oli vegetali è generica: fa riferimento a tutti gli oli estratti dai vegetali (generalmente dai semi), escluse le olive.
Quindi dentro la dicitura oli vegetali possono esserci: olio di semi di girasole, olio di mais, olio di semi di soia, olio di arachide, olio di semi sesamo, olio di semi di lino, olio di colza, olio di vinaccioli, olio di palma, olio di cocco.
Quindi dire oli vegetali, una volta di più, è come dire electro: tutto e niente.
In realtà, gli oli vegetali più usati sono: mais, girasole, soia e palma, almeno nei prodotti venduti in Europa.
Mais, girasole e soia sono oli estramamente ricchi di acidi grassi polinsaturi Omega6.
L’olio di palma invece, essendo tropicale, è molto ricco di acidi grassi saturi.
Quindi il tema è: quando leggo oli vegetali, si tratta di grassi polinsaturi Omega6, o grassi saturi?
La regola è:
le robe fluide, tipo i carciofini sott’olio, sono fatte con i polinsaturi (girasole o soia);
le robe più solide, tipo le creme dei dolci o il finto cioccolato, è fatto con i saturi (palma, più raramente cocco).
Io ero convinto che la Nutella, essendo molto fluida, avesse come olio vegetale l’olio di semi di girasole.
Invece, come ci suggeriscono gli amici di Gay TV, l’olio vegetale contenuto nella Nutella, è olio di palma.
Del discorso dell’amazzonia, per ora, ce ne fottiamo, ma ci torneremo.
Non si può sostenere in assoluto che l’olio di palma (grasso saturo) sia meglio dell’olio di girasole (polinsaturo Omega6).
Ogni cibo ha una soglia di tossicità.
Quindi è sempre una questione di soglie e una questione di interazioni.
Tuttavia, è scienza ben determinata e ben documentata ad oggi, a Maggio 2012, che la soglia di tossicità degli Omega6 è molto bassa: cioè ne bastano relativamente pochi per fare danni.
Viceversa i grassi saturi sono utilizzati dall’organismo umano in modo molto più diffuso, flessibile e sicuro.
Quindi, mediamente, un essere umano normalmente esposto ai cibi industriali, deve temere moltissimo gli Omega6 e relativamente poco i grassi saturi.
Gli acidi grassi polinsaturi sono essenziali, ma proprio perché essenziali vanno dosati, e non assunti a vanvera.
Oggi vengono assunti a vanvera, perché l’industria usa il girasole, il mais, la soia e l’arachide per ogni cosa, dalle conserve sott’olio (di semi) alle merendine.
L’organismo umano può utilizzare in modo relativamente sicuro ed efficiente una soglia di grassi saturi che arrivi fino al 30% delle calorie assunte.
Sui polinsaturi invece è meglio fermasi al 5%, e in questo 5% dovrebbero essere inclusi anche gli Omega3.
Il punto è che, a livello mitocondriale, i grassi saturi sono l’alternativa energetica al glucosio, quindi l’uomo li utilizza efficacemente anche come energia chimica, utilizzata o immagazzinata.
Viceversa i polinsaturi vanno in gran parte ad instaurarsi nelle membrane cellulari, dove oltre ad avere un ruolo strutturale, hanno un ruolo immunologico essenziale.
Essenziale ma molto delicato.
L’eccesso di Omega6 disregola il sistema e amplifica le segnalazioni infiammatorie.
Le cellule sono delle comunità biologiche rivestite da membrane.
Le membrane sono fatte di acidi grassi saturi, monoinstaturi e polinsaturi.
Gli acidi grassi sono catene di atomi di carbonio saturate da atomi di idogeno.
Una catena completamente satura è rigida e chimicamente stabile.
Una catena con uno o più punti di insaturazione (monoinsatura o polinsatura) è pieghevole, snodata, chimicamente reattiva.
Una cellula rivestita da una membrana cellulare ricca di acidi grassi polinsaturi è estremamente interagente, ed esposta, verso l’ambiente circostante.
L’interazione verso le cellule limitrofe è essenziale, ma deve essere regolata, determinata e controllata dai sistemi di vigilanza.
L’eccesso di polinsaturi viceversa sovraregola le segnalazioni.
Il caos molecolare.
L’eccesso di Omega6 in particolare, sovraregola le segnalazioni molecolari infiammatorie: se una cellula è sofferente lo comunica a quella limitrofa, al limite amplificando il segnale.
La propagazione dell’infiammazione molecolare è il carburante di ogni malattia, al di là degli inneschi genetici o esogeni.
Tornando agli amici di di Gay TV: l’unica notizia rilevante di tutta questa questione è che il grasso vegetale della Nutella è saturo (palma) e non polinsaturo (girasole).
Quindi, a voi che mangiate la Nutella, vi è andata abbastanza di culo.
Il vero motivo per fare causa alla Ferrero sarebbe stato questo, ma hanno avuto culo: la palma costava di meno, si combinava bene coi monoinsaturi delle nocciole, e gli è andata di gran culo.
La Nutella rimane un prodotto nutrizionalmente mediocre, tuttavia, ripeto, per culo, non particolarmente dannoso.
Diciamo che la Nutella è un ottimo esercizio: fare una cosa buona al palato spendendo il meno possibile.
Quello che fa incazzare, e che ha fatto incazzare gli americani, è la pubblicità, la comunicazione.
Cioè è il fatto che mi devi prendere gratuitamente per il culo.
Mi devi dire il falso, proprio.
La pubblicità americana diceva che la Nutella è salutare.
Dire salutare è, ancora e sempre, come dire electro: tutto e niente.
Fare una causa su questo è ridicolo, ma alla Ferrero di nutrizione non capiscono un cazzo, si son cagati addosso e han patteggiato.
Roba da matti.
Comunuque.
Quello che fa incazzare, si diceva, è la presa per il culo.
Cioè se la foto sull’etichetta mi raffigura una crema tipo cioccolato con delle nocciole, io voglio che nella crema ci siano le nocciole al primo posto, poi il cacao, mi va bene un po’ di zucchero, e mi vanno anche bene un po’ di quelle cose che usa l’industria, tipo gli aromi e la lecitina di soia.
Invece questi usano in gran parte zucchero e grasso di palma.
Cioè ad Alba ci sono noccioleti ovunque e questi, pur di abbassare di qualche centesimo il costo di produzione, usano l’olio di palma che arriva dai tropici, magari estratto coi solventi. Poi usano anche il latte scremato in polvere, non si capisce perché: a cosa serve?
Il latte scremato in polvere è un’idiozia.
Un’idiozia che non si spiega.
Il latte scremato in polvere mi fa incazzare.