Visto il relativo successo del post sul fuorigioco del Catania, continuiamo su questo filone.
Per il resto, potete continuare a ingozzarvi di amidi da cerali, latte pastorizzato, glutine e oli vegetali (girasole, mais, soia, arachide).
A me che cazzo me ne frega.

Allora stasera avrei avuto la possibilità di vedere dal vivo Niklas Bendtner, meglio conosciuto come il Simon Lebon Vikingo, cioè più alto, più magro e più muscoloso dell’originale.
Alla fine invece non andrò allo stadio, per motivi irrilevanti nella prospettiva di queso blog (non sono abbonato).
Ma non è questo il punto.
Il punto è che ogni volta che vedo o sento i Duran Duran, e adesso anche ogni volta che vedo Niklas Bendtner, mi torna alla mente un flash della mia infanzia.
Era tipo il primo concerto o esibizione dei Duran Duran in Italia.
Vidi un servizio in TV in cui il giornalista, con un tono di reale preoccupazione, rilevava il fatto che durante il concerto, il pubblico della band inglese avesse raggiunto livelli di fanatismo inaccettabili.
Ricordo che mostrarono le immagini di un gruppo di ragazze scalmanate che esponevano uno striscione che recitava: “Simon: rape me!”.
Traduco per mia madre e mia suocera: “rape me” vuol dire “stuprami”.
Allora non capii, perché avevo tipo 2 anni, quindi la cosa non mi fece ridere.
Anzi mi rimase impressa quell’atmosfera di severità e profonda preoccupazione che pervadeva quel servizio giornalistico sui Duran Duran, e in qualche modo ne riamasi turbato.
Qualche anno dopo capii, e non appena capii cominciai a ridere gravemente e ad essere insanamente attratto dal mondo del Rock.
L’ambizione di avere delle fans pronte ad esporre uno striscione così ad un concerto della mia band, credo sia stata la reale molla che mi ha inconsciamente spinto a scrivere canzoni e a fare musica su questo pianeta.

Questo per dire che i giornalisti mi stanno sui coglioni.
Non bisognerebbe ascoltarli, né tanto meno leggere quello che scrivono.
Ma è impossibile.
Come cercare di evitare di ascoltare Gianna Nannini o di mangiare il frumento e il mais.
Si è qualunquismo, ma oggi mi girano i coglioni.

Pulvirenti, il proprietario del Catania, è il proprietario di Winjet.
Il guardalinee che gli ha annullato il gol forse era uno dei tanti a cui non è stato rimborsato il biglietto aereo.