Chi frequenta questo blog sa che noi [dK] viviamo una condizione esistenziale contraddittoria.
Da una parte siamo dei filantropi, dal momento che ragaliamo al mondo la nostra opera.
Dall’altra odiamo profondamente gli esseri umani, istintivamente, a livello di Imprinting proprio.
Il nostro livello di odio viene modulato in base al tipo di essere umano verso il quale è rivolto.
Non tutti gli esseri umani sono uguali.
Alcuni sono peggiori di altri.
I pubblicitari.
I discografici.
Gli scrittori.
I giornalisti.
Tutti parassiti egocentrici che sfruttano la vulnerabilità intellettiva-emotiva dei più deboli.
Non dico i politici perché noi non siamo un gruppo pop.
Però adesso vorrei parlare dei musicisti.
I musicisti probabilmente non sono i peggiori, perché è gente naiff e sostanzialmente innocua, però sono quelli che ci stanno più sui coglioni.
In assoluto.

Tutto nasce col claim della L’Oreal:
perché io valgo.

Salto di Paradigma.
Da lì in poi il musicista ha perso qualsiasi auto-senso del pudore.
Da lì in poi qualsiasi fottuto coglione che si mettesse in testa di incidere qualcosa, qualsiasi cosa, ha cominciato a farlo e, peggio, ha cominciato a farlo sentire in giro.
E’ sempre colpa della pubblicità, è sempre colpa dei reality.
A partire dai reality chiunque è degno di attenzione mediatica.
Chiunque, anzi: se sei un coglione, un obeso, un indiota, è meglio.
Perché io valgo.
Comunque.
Io.
Io, Io, Io, Io.
Dove Io è Uguale a Tutti.
Tutti valgono.
Tutti.

Ecco
Vaffanculo.
Non è vero.
Non è così.
Tutti non valgono un cazzo.
Tutti non valgono un cazzo di niente.
Tutti saturano il sistema.
Tutti sono solo un fottutissimo ulteriore grammo di glucosio ematico che satura i recettori dell’insulina.
This Is Insuline Resistence.
E finisce che nessuno ascolta più niente, giustamente, al di fuori della sAIR – somministrazione Ascolti Involontari Reiterati.
E finisce che il glucosio rimane troppo nel sangue e fotte i neuroni.
E finisce che così si fa assolutamente il gioco dell’industria discografica.

Guardavo Soundcloud l’altro giorno.
Noi [dK] siamo su Soundcloud.
Come chiunque altro.
Soundcloud è tipo il Twitter della musica.
Si condivide la propria musica.
Ognuno segue qualcuno (Following) ed è seguito da qualcuno (Follower).
Abbiamo più di 900 Follower.
Uno pensa: minchia, 900 Follower.
Minchia niente.
Minchia un cazzo.
900 niente.
900 un cazzo.
Tutto finto.
Tutta speculazione.
Abbiamo un numero di ascolti assolutamente inferiore al numero di Follower.
Meravilglioso.
Il Follower dovrebbe essere uno che ha ascoltato la tua musica, gli è piaciuta e, quindi, ti segue per restare aggiornato.
Certo.
Il Follower di Soundcloud è un musicista della L’Oreal (io valgo) che ti segue perché fa esattamente questo ragionamento:
“non so neanche chi cazzo è questo, e non me ne fotte un cazzo, ma lo seguo, così lui vede che io lo seguo, si incuriosisce, anche lui mi segue, arriva sulla mia pagina e ascolta la mia musica”

Si.
Certo.
Ti piacerebbe.
Perché io valgo.
Anzi, tu vali.
Mio caro Follower di Soundcloud.
Certo.
Grazie L’Oreal.
Grazie al cazzo.
Così non può continuare.
Aspettatevi il peggio.
Peggio nel senso di violenza.

Adesso su Soundcloud abbiamo quasi 1.000 Following.
Da adesso in poi anche noi applichiamo la malafede.
Ovviamente per seguire qualcuno non occorre ascoltare la musica di quel qualcuno, basta cliccarlo.
Appunto.
Malafede applicata alla statistica come approccio evoluto al social network.