Adesso c’è questo gioco ossessivo a proporre figure autorevoli che possano ricoprire il ruolo di presidente della repubblica.
Allora, dando per scontato che per fare il presidente della repubblica non ci sia bisogno di alcuno skill e di alcuna esperienza, ciò che fa la differenza, allora, è la capacità di catalizzare consenso.
Quindi, di cosa stiamo parlando?
E’ ovvio: di una pop star.
E’ ovvio.
Di cosa cazzo stiamo parlando?
Stiamo parlando di una pop star.
Cosa c’è di più trasversale di una pop star?
Cosa c’è di più idoneo alle larghe intese di una pop star?
Ovvio.
E non bisogna neanche star lì a guardarsi troppo attorno.
Prendiamone una che mobilita milionate di persone e tanti saluti.
Io dico Vasco Rossi e vaffanculo, che mi è pure simpatico.
E’ rincoglionito?
Ma va bene: io non ho memoria di un presidente che non desse l’idea visiva di essere un vecchio rincoglionito.
Oppure svoltiamo e mettiamo Ligabue.
Che è uno pragmatico, con un bel vocione rassicurante, con un bel faccione di cuoio indurito dal sole tipo grande capo indiano.
Così magari smette di fare dischi.
Anche Ligabue lo vedo bene, in effetti.
Oppure c’è un altro nome, solo apparentemente meno popolare.
Biagio Antonacci.
Uno relativamente giovane, brillante.
Uno a cui piace la figa, come si dice.
Quindi una figura autorevole per gli uomini e che, contestualmente, piace alle donne.
Anche il mondo gay-lesbian dovrebbe gradirlo.
E poi è in una sorta di middle-age generazionale.
Lo conoscono benissimo i 30-50 enni.
Ma lo conoscono anche i giovani e i nonni.
Si, Biagio Antonacci.