Ritengo di fare una cosa utile scrivendo la recensione più autorevole che esista del concerto di Lana Del Rey a Torino.
Prima cosa da dire: chi non è venuto non capisce un cazzo.
Il rock ha bisogno di carisma, fascino, riconoscibilità.
Viviamo anni in cui le Rock Star hanno il fascino di un orinatoio all’autogrill.
L’altra sera ho visto Emma da Maria De Filippi: una chiattona che non riesce a camminare sui tacchi e che urla idiozie imitando Gianna Nannini e incitando il pubblico come se fosse ad un passo dal vincere la finale di Champions League.
Non si spiega.
Dicono che la musica è questione di gusti.
Più o meno: la musica è questione di cattivo gusto.
Lo sapevo che mi sarei incazzato a scrivere sta cosa.
Cerco di mettere da parte l’odio e di applicare il metodo.
Premesso che parliamo di musica mainstream, nel mondo del pop mainstream, o del rock mainstream, oggi come oggi, non esiste nessun essere umano che abbia anche solo una scintilla del carisma e del talento che ha Lana Del Rey.
E la recensione potrebbe finire qui.
Ma articoliamo.
L’unico problema di Lana Del Rey sono gli stronzi del music business.
Ad esempio il road manager che l’ha fatta suonare in un posto inadatto a Torino.
Ad esempio il produttore artistico o il management in generale, che io ci metto i coglioni, che i passaggi a vuoto del disco sono colpa loro.
Veniamo al dunque: qui parliamo dell’unica donna mai esistita sul pianeta terra in grado di scrivere grandissime canzoni.
Summertime Sadness
American
Videogames
Born To Die
Young And Beautiful
Ed è evidente che dal vivo acquisiscono una integrità artistica inaudita.
Basso, Chitarra, Pianoforte, archi, batteria e percussioni.
Anche le canzoni che sul disco erano state rovinate da cacatine alla moda uscite male, dal vivo diventano inaudite.
Ci sono autori ultra-celebrati che in 40 anni di carriera non sono stati in grado di indovinare neanche un mezzo bridge all’altezza del songwriting di Lana Del Rey.
Io non so se la gente le capisce le cose o no.

E poi è una questione di messaggio evangelico.
C’era un par terre di tipo 2.000 persone accalcate sotto il palco.
Per il resto il palazzetto era un po’ vuoto.
Quei 2.000 lì sono quelli rilevanti.
Quelli lì erano in trance completa, com’è giusto che sia nei veri concerti rock con vere rock star.
Una rock star deve avere il suo pubblico in trance, che recita le canzoni come delle preghiere, commuovendosi.
Ricordo il Devotional Tour dei Depeche Mode prima anni ’90.
Ecco, così.
La parola “devotion” non è casuale.
Una rock star vera è Gesù Cristo.
Basti pensare al look di Dave Gahan nel Devotional Tour.
Ci fossero delle fotografie di Gesù Cristo, scopriremmo che era tutto tatuato.
Io la vedo così.
Del resto noi [dK] siamo una band di Christian Rock.
Lana Del Rey è il primo papa donna della storia dell’uomo.
Ha un piccolo cuore nero di discepoli che ne coltivano il culto, giustamente.
Hanno chiuso con National Anthem.
I musicisti hanno continuato a suonare l’arrangiamento ad oltranza, per oltre 20 minuti.
Nel mentre lei è scesa a baciare e a fare foto con tutti quelli che stavano lì davanti.
Venti minuti d’orologio, ma anche di più, altro che Papa Francesco.
Abito bianco, corona di fiori bianca tra i capelli neri, sorrisi generosi e baci a tutti.
L’artista che dona la sua arte e arriva a donare sé stessa.
Più di 20 minuti di comunione.
Il corpo di cristo.
Fosse stato un film noir i discepoli l’avrebbe mangiata, tipo la copertina dell’ultimo dei Rammstein.
Elvis is my daddy
Marilyn’s my mother
Jesus is my bestest friend
We don’t need nobody
‘cause we got each others