Ultimamente sto andando al lavoro in treno e a piedi.
Trasporto multimodale.
Quindi cammino velocemente ascoltando musica con cuffie in ear.
Sarà per una questione di cicli circadiani: il mattino sono lucido e propositivo.
Quindi mentre cammino, tipo ascoltando “Will rote your heart from inside out” di Android Lust, mi vengono in mente diverse bozze di post da scrivere su Mitochondrio (cioè qui), tipo sulla fibra solubile, sull’ultimo degli Ulver, sulla vita sul pianeta terra in generale.
Arrivo proprio a scrivere degli stralci, mentalmente.
Io non è che penso a caso, io penso come se scrivessi.
Infatti sono lento a pensare.
Però penso di qualità, in modo organizzato.
Da bambino scrivevo con la penna e non si poteva correggere: mai fatta una brutta e una bella copia.
Sempre scritto una volta sola, direttamente quello che pensavo, senza correzioni.
Le maestre non mi dicevano niente perché mi consideravano un disadattato, giustamente.
Comunque.
Scrivo mentalmente brani di post il mattino.
Poi lavoro.
Poi, quando ho 5 minuti apro Mitochondrio (questo blog), e non ho più voglia di scrivere niente.
Quello che ho pensato/scritto il mattino non mi sembra più così buono.
Più che altro penso che nessuno sarebbe in grado di capirlo veramente.
Al di là del fatto che in pochi avrebbero interesse a leggerlo.
Insomma il discorso è sempre quello, quello che vale per la musica: alla gente non frega.
Alla gente frega di prendersi il Moment, la pizza col cornicione tipo Nappule e scoprire con Shazam che quella che sta ascoltando è l’ultima cacata a spruzzo della Nannini (featuring Fedez).
dIO quanto mi sta sul cazzo la Nannini.
Immisurabile.
Quindi mi rompo grave i coglioni.
Quindi niente.
E così.
Punto.