Allora noi [dK] siamo una band, potremmo dire di rock elettronico per farla facile.
Gli esseri umani sono inadeguati rispetto al recepimento della bellezza artistica della nostra musica.
Diciamo che sono resistenti.
Noi emettiamo delle segnalazioni adeguate, il sistema sensoriale degli umani viceversa è affanculo, e non riesce e recepire la segnalazione.
Il concetto di resistenza all’insulina su cui insistiamo da sempre su questo blog.
Da questo deriva il fatto che i [dK] non hanno un’audience.
Dunque i [dK] non sono musicisti professionisti.
I [dK] devono fare cose diverse dalla musica per vivere in pace su questo pianeta.
Quindi risulta che noi siamo su questo pianeta sotto mentite spoglie.
Noi stiamo qui a fare cose verso le quali non abbiamo una reale missione.
Nell’ambito di queste cose fatte per vivere, a me sta capitando di fare delle presentazioni.
Se uno lavora in un’azienda non proprio piccola, può succedere che debba fare delle presentazioni, così detti slideshow, in cui spiega delle cose a un’audience.
E questa cosa è un po’ un piccolo evento live.
La dinamica è esattamente la stessa.
Ma a livello di cantautore proprio.
Cioè la cosa me la devo pensare, rappresentare, proiettare, dire, fare, baciare, lettera, testamento.
E non ho neanche la band.
In più c’è un pubblico ben maggiore di quello che potrei mai avere ad un mio concerto.
C’è lo stesso stato di basso grado d’ansia e preoccupazione che precede una performance.
Ormoni dello stress sovra regolati, roba che ti accorcia la vita.
Solo che nei concerti rock c’è anche molta eccitazione, quindi endorfine, quindi segnalazioni molecolari rigeneranti per l’organismo.
Negli slideshow in azienda no.
Negli slideshow c’è solo preoccupazione.
Almeno per me, che sono sulla terra sotto mentite spoglie.
Poi c’è l’interazione con l’audience.
E’ una variabile sempre molto preoccupante l’interazione con l’audience.
Nei concerti rock la difficoltà dei [dK] è sempre stata quella di dover gestire un non-pubblico, o un pubblico occasionale, ostile, di non-fans.
Sembra una cazzata, ma esprimersi artisticamente a vuoto è una cosa di una difficoltà estrema.
Invece qui è l’opposto.
Io preferirei non esprimermi per niente, e qui invece c’è un’audience corposa, che si aspetta che io faccia qualcosa, e io qualcosa lo devo fare.
Paradossale.
Non è la mia missione.
Assurdo.
E’ un equivoco.
Voi umani siete assurdi.

Però oggi non ho neanche dovuto fare il soundcheck, che è una grandissima rottura di cazzo.
Sono arrivato che era già tutto pronto, come una vera rock star.